L’enigma degli uomini senza io

Il mio articolo Uomini senza io ha sollevato – come era prevedibile – un gran polverone.
Ma lo immaginavo, dato che lo stesso Steiner – parlando di questa delicata
questione – aveva candidamente affermato
“Si parla sempre molto malvolentieri di queste cose, dato che quando
lo si fa si viene inevitabilmente aggrediti” (O.O. 300c)
Uomo avvisato, dunque…
Questo secondo articolo vuole essere allora una prosecuzione del primo, con
risposte ad alcuni quesiti e ulteriori approfondimenti. Consiglio,
pertanto, a chi non abbia letto il primo articolo di farlo prima di procedere nella lettura di questo. Ebbene,
come dicevo, dopo quel ‘pezzo’, in molti hanno preso posizione pro o contro,
con interventi pubblici o lettere personali.
In estrema sintesi i punti di vista di chi è intervenuto si possono
riassumere in tre posizioni:
1 – condanna della pubblicazione dell’articolo, in quanto si tratterebbe di
verità troppo esoteriche e pericolose per persone impreparate;
2 – rifiuto del contenuto delle rivelazioni di Steiner secondo cui vi
sarebbero intorno a noi molti esseri umani che tali non sono, mancando
dell’individualità;
3 – accettazione del contenuto di queste considerazioni e condivisione
dell’opportunità di parlarne e/o richiesta di approfondimento.
Ci sarebbe poi una quarta posizione, quella di persone che mi hanno scritto
temendo – o ritenendo – di essere esse stesse ‘Ichlose Menschen”, esseri umani
privi di ‘io’, ma questa è un’altra storia.
Ora vediamo in dettaglio le tre posizioni.
1 – SONO VERITÀ PERICOLOSE
Quanto alla prima obiezione – la presunta pericolosità di certe
comunicazioni – personalmente ritengo che la verità non sia mai ‘pericolosa’.
Se mai lo è il suo contrario, la menzogna.
O l’omissione.
Non a caso Steiner ha rivoluzionato radicalmente l’occultismo proprio
‘mettendo in piazza’ i misteri che, fino alla sua epoca, venivano gelosamente
custoditi dalle confraternite occulte.
Le quali poi li usavano come strumenti di potere nei confronti dei popoli.
È vero, si tratta di argomenti delicati, estremamente complessi ma
sicuramente accessibili ad ogni sincero ricercatore del vero.
La questione dei ‘custodi’ delle rivelazioni occulte contenute nei cicli di
conferenze di Rudolf Steiner è piuttosto delicata e per questo rimando ad un
mio precedente intervento Tra ‘custodi’ e ‘divulgatori’ di spiritualità.
Basti qui solo citare quanto Steiner affermò durante il Convegno di Natale:
“I cicli devono quindi nel futuro essere
venduti al pubblico, tutti, senza eccezioni, proprio come altri
libri.” (Rudolf Steiner, Convegno di Natale, Dornach 1924)
Inoltre, come vedremo più avanti, il fondatore dell’Antroposofia non è
stato certamente l’unico a parlare di quest’argomento. Altri autori se ne
sono occupati e le loro testimonianze sono accessibili a tutti.
Altro punto, il tempo.
Sono trascorsi quasi cento anni da quando queste rivelazioni furono fatte
e, da allora, il mondo è radicalmente cambiato. Quello che allora era solo
vagamente ipotizzabile – ad esempio la relazione degli uomini senza io e la
sovrappopolazione mondiale – oggi è diventato piuttosto evidente.
Ma l’argomento principale contro quest’obiezione è che tutto il materiale
su questo argomento è stato pubblicato da decenni e, da svariati anni, è anche
reperibile online. Naturalmente parlo dei testi originali, ma se l’argomento non è
‘pericoloso’ per un tedesco, non vedo perché dovrebbe esserlo per un italiano.
2 – NON È VERO, NON PUÒ ESSERE
Quanto alla seconda obiezione, qui c’è una questione di libertà, che deve
essere rispettata a tutti i costi.
Se una
persona non si sente di accogliere una rivelazione come questa vi possono
essere molti motivi e ognuno di essi è perfettamente rispettabile. Non ho
nulla da obiettare nei confronti di tale posizione se non – forse – che se si
ha fiducia in un Maestro si dovrebbe accogliere i suoi pensieri in modo
spregiudicato.
Tuttavia, se non si è – ancora – in grado
di condividerne alcuni, forse la reazione più saggia è quella di ‘sospendere il
giudizio’ invece di rifiutarli.
Si può dire “oggi non sono in grado di
accettare questo punto di vista ma forse domani, riflettendoci su o acquisendo
altri dati, sarà possibile. Nel frattempo la metto in un ‘cassetto dell’anima’
da dove la tirerò fuori nel momento più opportuno”.
Se, invece, dietro a questa presa di
posizione si nasconde un dogma – non mi piace questa cosa dunque non può essere
vera – allora qui viene a cadere il principio stesso di una scienza dello
spirito.
3 – APPROFONDIMENTO
La
richiesta di approfondimento la trovo, evidentemente, la posizione più
stimolante perché mi consente di analizzare alcuni aspetti che – per questione
di spazio – non ho potuto affrontare nel primo articolo.
Iniziamo con il sottolineare il fatto che
di uomini senza io non parla solo Steiner, ma molti altri autori e non solo
nella nostra epoca.
Partiamo dalle testimonianze più antiche.
La fonte più autorevole da cui partire è
naturalmente il Libro dell’Apocalisse.
Steiner aveva affermato:
“Potrete vedere come a causa dell’azione del materialismo, diciamo, per
esempio, con l’avvicinarsi della visone copernicana, un terzo degli uomini sia
stato effettivamente ucciso spiritualmente, abbia, cioè, cessato di sviluppare
una piena spiritualità. Ed è davvero terribilmente scioccante questa piaga
delle locuste descritta nel libro dell’Apocalisse” (O.O.346).
Egli mette dunque in relazione il materialismo con la progressiva comparsa
di un numero elevatissimo di uomini senza io che non sono poi che le famose
locuste descritte dal Libro dell’Apocalisse:
Queste cavallette avevano l’aspetto di cavalli pronti per la guerra. Sulla
testa avevano corone che sembravano d’oro e il loro aspetto era come quello
degli uomini. (Apocalisse 9.7)
Per essere certi che vi sia una relazione univoca tra la realtà degli
‘uomini senza io’ e gli uomini-locusta di cui parla l’Apocalisse, vediamo cosa
dice Steiner alla fine della conferenza del 16 settembre 1924.
In particolare quando sostiene che, sin dall’antichità, sono esistite
nature particolarmente sensibili che, riguardo a questa questione, hanno sempre
affermato:
“‘Oh, è terribile quello che significano questi squilli di tromba – osservati da un punto di vista sovrasensibile – nelle anime umane’.
Ma gli uomini sulla Terra non ascoltano i suoni di tromba.
Proprio in quest’epoca un gran numero di esseri umani dovrebbe invece prendere coscienza di ciò, dato che proprio adesso stiamo attraversando l’epoca della sesta tromba, delle cui caratteristiche più importanti ed effetti essenziali abbiamo parlato.
Un terzo delle persone, come viene affermato (Ap 9,15), sarà ucciso. Questo avviene naturalmente solo nel corso del tempo. Ora, con il termine ‘uccidere’ viene intesa qui questa assenza di ‘io’ in quelle persone che erano già predisposte nella forma di cavallette” (O.O.346).
Lasciata l’Apocalisse e i suoi uomini-locusta abbiamo un altro testo
autorevole dove questo argomento viene approfonditamente trattato.
Si tratta del Corpus Hermeticum, importante testo
ermetico e gnostico che risale a quasi duemila anni fa, nel quale si afferma che
non tutti gli esseri umani possiedono il Nous, o scintilla divina attiva, nella
loro interiorità.
Per comprendere il testo che segue, va sottolineato che in esso l’anima
viene chiamata ragione e lo spirito intelletto; senza intelletto un essere
umano è più simile a una ‘creatura irrazionale’ (animale) nelle sue motivazioni
e nella sua vita.
“Dio ha distribuito la ragione a tutti gli uomini, o Tat, ma non così ha
fatto per l’intelletto. (…)
– Perché dunque, o padre, Dio non distribuì l’intelletto a tutti gli uomini?».
– Volle, o figlio, che esso fosse per le anime come un premio da conquistare».
– E dove lo ha posto?.
– Ne ha riempito un grande cratere, che ha inviato sulla terra, nominando per questo un messaggero, con l’ordine di annunziare ai cuori degli uomini queste parole: ‘Immergi te stesso, tu che lo puoi, in questo cratere, tu che aspiri a risalire fino a colui che l’ha inviato quaggiù, tu che sai perché sei nato.
Quanti dunque si radunarono ad ascoltare il messaggero e si immersero nel cratere contenente l’intelletto, furono tutti resi partecipi della conoscenza e divennero uomini perfetti, avendo ricevuto l’intelletto; quanti invece non vollero ascoltarlo, furono dotati di sola ragione, non di intelletto, ignorando così per qual fine sono nati e da chi.
Le sensazioni di costoro sono simili a quelle degli animali privi di ragione: il loro temperamento è soggetto all’ira e alla collera, non contemplano le cose degne di essere ammirate, sono rivolti unicamente ai piaceri e agli appetiti del corpo e credono che l’uomo sia stato generato solo per questo. Quanti invece parteciparono del dono di Dio, questi, o Tat, quando si confrontano con gli altri, sono come esseri immortali di fronte a mortali, poiché tutto comprendono con il proprio intelletto: tutto ciò che è sulla terra, nel cielo, e tutto ciò che è al di sopra del cielo, se pur vi è qualcosa al di sopra del cielo. Essendosi elevati così in alto, hanno potrà vedere il bene, considerando così la dimora di quaggiù come un male; avendo dunque disprezzato tutti gli esseri corporei e incorporei, si dirigono solleciti verso l’uno e il solo”.
Ora facciamo un salto di due millenni e arriviamo a Goethe, con il
suo Faust.
E, precisamente, alla seconda parte dell’opera, terzo atto, quando Elena è
accompagnata dal coro delle troiane. Queste hanno sembianze umane,
sembrano donne, ma, in realtà – a parte Pantalide, che guida il coro – si
tratta di esseri elementali rivestiti di sembianze umane.
TUTTE. Siamo state ricondotte alla luce del giorno; in verità non come persone; lo sentiamo, lo sappiamo, ma nell’Ade non ritorneremo mai più! La natura eternamente viva pretende su di noi, spiriti, come noi su di lei, pieno diritto”. (Faust, II parte III Atto)
E con ciò giungiamo ai giorni nostri, con un autore molto amato da
un’intera generazione di persone interessate alla ricerca spirituale, Carlos
Castaneda.
Egli, in “Una realtà separata” – dove illustra la differenza tra guardare e
vedere, come capacità di conoscere la realtà dietro alle sembianze esteriori –
parla dell’esistenza di uomini senza io:
“- Non vedo io le cose come sono realmente?
– No. I tuoi occhi hanno imparato solo a guardare.
Pensa per esempio, a quelle tre persone che hai incontrato, i tre messicani. Me li hai descritti particolareggiatamente, e mi hai persino raccontato che vestiti indossavano. Ma questo mi ha solo dimostrato che tu non li vedesti per niente. Se tu fossi in grado di vedere, avresti saputo immediatamente che quelli non erano persone.
– Non erano persone? Che cosa erano?
– Non erano persone, questo è tutto.
– Ma questo è impossibile. Erano esattamente come te e come me.
– No, non è così. Sono sicuro”.
Abbiamo poi un altro personaggio molto interessante, che si è occupato di
gnosi e delle basi conoscitive della Tradizione esoterica dell’ortodossia
orientale, vale a dire Boris Mouravieff, il
quale ha parlato apertamente di uomini senza io.
Partendo dall’esoterismo cristiano e sulla base dello studio delle
Scritture, egli sostiene che prima di Adamo ed Eva esistessero già esseri
umani, ma che solo Adamo, Eva e i loro discendenti abbiano ricevuto il respiro
dello spirito di Dio.
Secondo Mouravieff, dunque, si tratta di due razze che hanno sempre
convissuto e che, anche oggi, abbiamo intorno a noi; una razza
‘pre-adamitica’ priva di spirito ed una ‘adamitica’ che è provvista di parte
spirituale, di ‘io’.
Anche se oggi, a causa della crisi del mondo moderno, avendo “perso il
contatto con i centri superiori e quindi con il vero ‘io’” l’uomo adamitico
sembri praticamente uguale alla razza pre-adamitica egli tuttavia, diversamente
da quella, “ha ancora i suoi centri superiori, che gli garantiscano la
possibilità di seguire una via di evoluzione esoterica. Allo stato attuale,
l’uomo pre-adamitico è privo di tale possibilità, che però gli sarà fornita se
l’umanità adamitica si evolverà come previsto durante l’epoca dello Spirito
Santo”.
Qual è il destino della razza pre-adamitica dunque?
“L’uomo pre-adamitico non si reincarna. Non avendo un
elemento d’individualità in se stesso (in senso esoterico), egli nasce e muore,
ma non ‘si incarna’, e di conseguenza non può re-incarnarsi”.
Oggi, continua Mouravieff,
“le due razze sono totalmente mischiate: non solo le nazioni, ma anche le
famiglie possono essere, – e lo sono in genere – composte da due tipi umani”.
Vi sono poi altre fonti interessanti anche se meno ‘blasonate’; a partire
da John Baines che, nel suo libro The Stellar Man, afferma
che gli esseri umani, come tutte le specie animali, hanno un anima collettiva
unica per loro specie. Questo inconscio collettivo esercita una influenza
de-individualizzante su alcuni esseri umani, spingendoli verso la mentalità del
gregge, della folla.
E, ancora, Rupert Sheldrake il quale chiamerebbe
questo il campo morfogenetico umano. Le persone che non hanno
sviluppato la propria individualità cosciente sono, infatti, semplici automi
che seguono l’influenza anestetica dell’inconscio collettivo.
Infine Mirra Alfassa (Mére) discepola e compagna spirituale
di Aurobindo:
(Opere raccolte di Mére, Vol. 3, 12 maggio 1929)
Insomma l’enigma degli uomini senza io è stato affrontato da moltissimi
autori. Ne parla anche la saga di Re Artú dove sia il padre di Artú, Uther, che
il figlio Mordred, sono esseri senza Io. Ne parla Shakespeare in varie opere,
da Amleto a Macbeth. Lady Macbeth, ad esempio, impazzisce quando scopre di
essere senza un Io. Ne parla anche Calvino nel Cavaliere Inesistente e Tolkien
ne Il signore degli anelli.
Come si vede di “uomini senza io” è piena la letteratura, basta voler
cercare.
Ma torniamo a Steiner con il suo approfondito esame di quest’aspetto
spirituale del percorso dell’umanità.
In un terzo ciclo di conferenze – oltre ai 300c e 346 – Steiner parla di un grave
rischio collegato al tempo nostro, vale a dire che coloro che non vogliono
accettare il fatto che esiste un nuovo rapporto dell’uomo con il mondo spirituale
– anche quando ne percepiscono qualcosa – di fatto si staccano dalla giusta
connessione con tale mondo spirituale.
E ciò per via del fatto che vi sono molti uomini che non hanno il sé, l’io,
completamente sviluppato. Costoro sono, di fatto, dei residui del passato.
“Si tratta
di residui di tempi antichi, in cui l’’io’ non aveva ancora compiutamente
compenetrato gli uomini; esseri umani senza io che, non essendo in grado di
accogliere il Cristo in quell’io che non sono stati capaci di sviluppare con l’intensità
necessaria, perdono il Infine, Massimo Scaligero nel suo “La
Logica contro l’uomo” nel capitolo “Il problema a cui si sfugge” afferma:
L’irrilevanza e
l’indifferenza per l’Io potrebbero essere il segno di un’assenza di Io e
parimenti la spiegazione di quanto nell’attuale mondo sta accadendo di confuso
e di uniforme nella sua caoticità, onde in una sola pagina si potrebbe
riassumere il quadro dei fatti tipici della caoticità: a cui codificazione
stanno gli aurei ricami discorsivo-analitici degli intellettuali ben inseriti
nel sistema e pur forbitamente criticanti di esso il tecnicismo e l’automazione
integrale, ma non al punto che tale critica sia pericolosa per la loro
situazione personale. Per cui a quanto nell’attuale mondo sta accadendo di
confuso e di monotono, tutti finiscono in qualche modo col cooperare mediante
un azione quotidiana non collegata con il suo principio. Un’azione forse senza
Io.
4 – CONCLUSIONE
Sulla base di queste testimonianze possiamo
dunque ritenere di avere intorno a noi degli uomini senza io, che non sarebbero
altro che le locuste di cui parla l’Apocalisse.
Questi esseri – come abbiamo visto – non
possiedono un ‘io’ ma solo un corpo astrale, un corpo eterico e uno fisico –
esattamente come gli animali.
Sono esseri ‘animici’, che hanno una natura
infantile e che non sembrano ‘crescere’ per diventare adulti provvisti di
pensiero cosciente.. Cristo” (O.O.254).
Molti di questi esseri costituiscono il bacino di utenza per esperimenti di
mind control come l’MK Ultra o altro,
sono facile preda di falsi guru, imbonitori e santoni di vario genere.
In questi, essi cercano quella individualità, quella centralità che fa loro
difetto.
Altri, invece – percependo di non avere un destino, un karma – divengono
facile preda di dipendenze di ogni genere, alcolismo, droghe, farmaci.
All’inizio del secolo scorso, dopo la caduta degli spiriti delle tenebre
sulla Terra (ultimo terzo del secolo XIX) un gran numero di questi esseri ha
partecipato alle due guerre mondiali.
Sono – in qualche modo – dei meri ‘corpi’ utilizzati dagli eserciti.
In tal caso è come se prestassimo loro il nostro ‘io’.
Se al contrario – invece di essere allevati con amore e comprensione –
subiscono il materialismo e l’egoismo imperanti, possono facilmente diventare
preda di forze distruttive.
È come se, a quel punto, avessero come ‘io’ un’anima di gruppo arimanica.
Uno degli
argomenti, infine, che Steiner porta a supporto di questo proliferare di uomini
senza io è quello relativo alla sovrappopolazione mondiale che iniziava ai suoi
tempi ma che sarebbe aumentata esponenzialmente nel corso del secolo XX, sino a
giungere ai numeri di oggi.
Quanti sono gli esseri umani nel complesso
dell’evoluzione?
Non possono essere illimitati, devono avere
un numero determinato.
E come mai se nelle epoche passate – fino
al 1800 – si aveva la presenza contemporanea di un massimo di un miliardo di
persone, oggi siamo a oltre 7 miliardi?
Anche contando nel passato quelli
momentaneamente non incarnati sul piano fisico, come si raggiungono i numeri di
oggi?
A tali domande Steiner rispose che le
statistiche che si conducono su questo argomento si basano spesso su errori.
“Non
prendendo in considerazione nelle analisi statistiche tutta la Terra, ma sempre
solo una parte di essa, non si considera che in tempi passati altre parti del
mondo ebbero popolazioni persino più numerose di oggi [era il 1924 e la
popolazione mondiale sfiorava i due miliardi di unità]. Pertanto la statistica
non sempre è attendibile nei particolari, lo è però nel complesso, in quanto è
ben vero che nel nostro tempo è presente un enorme numero di uomini senza ‘io’,
che, in realtà, uomini non sono”. (O.O.346)
Spero che questo secondo intervento possa
essere stato d’aiuto alla comprensione dell’enigma degli uomini senza io.
Articolo di
Piero Cammerinesi da liberopensare.com
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