Sulle orme dell’Arcangelo Michele: Oleggio
Sicuramente poco conosciuta la Pieve di San Michele di Oleggio è invece una testimonianza importante della presenza dell’Arcangelo Michele durante una manifestazione del suo compito sulla Terra.
Ed
il suo compito sulla Terra è quello, insieme alla sua armata celeste, di sconfiggere
il drago cioè l’attuale potere del male come dice Peter
Deunov e Omraam Mikhaël Aïvanhov la sua missione è strettamente correlata
all’equilibrio, alla giustizia, alla capacità di trasformare il male in qualcosa
di costruttivo liberando il bene. Ma se si cerca di farlo (ovvero di separare
gli opposti) prima che i tempi siano maturi, la sconfitta è garantita. Questa
separazione simbolica non può essere forzata, ma ha luogo non appena il
“frutto” è maturo perché ciò avvenga. E’ quindi necessario aspettare l’avvento
di Michele affinché il male possa essere sconfitto. Collegandoci a lui e
invocando la sua protezione, la luce finalmente trionferà
sulle tenebre.
Il territorio di Oleggio insieme ad Oleggio
Castello, entrambe in provincia di Novara, hanno forti radici micaeliche. “In epoca romana, stazionava la V Legio – da cui il
nome dei paesi. Era stata creata da Giulio Cesare nel 52 a.C. Ed era formata
dai Galli transalpini. Veniva detta Alaudae, ovvero Allodole, per via del casco
piumato che portavano. La data di scomparsa è incerta, ma alcuni studiosi la
collocano intorno al 69/70, quando sembra sia stata sterminata a tradimento
durante la rivolta batava, avvenuta in Germania. In epoca longobarda si è
verificata una sorta di sovrapposizione del culto micaelico, molto diffuso tra
i Longobardi, all'iconografia della Legio che finì con il divenire, nella
memoria collettiva 'La legione degli arcangeli'. Ma c'è di più nell'area del
paesino di Mezzomerico vicino alla Basilica è stato trovato un tesoretto
micaelico longobardo del VII secolo venti monete auree, alcune con la
raffigurazione di Michele.
La pieve di San
Michele di Oleggio è uno dei pochi
esempi di arte romanica ancora visibili nel Nord Italia, sia in virtù della sua
architettura, sia dei cicli di affreschi posti all'interno. Si sa che esisteva già nel 973, poiché viene citata in alcuni documenti
dell’epoca. Anticamente era la
chiesa parrocchiale del borgo ma, durante il XVI secolo, il ruolo
passò alla nuova chiesa dei Santi Pietro e Paolo e la pieve divenne cappella
cimiteriale.
Negli affreschi
notevoli della chiesa l’Arcangelo ne è naturalmente
protagonista e ispiratore: molto rara è, ad esempio, la descrizione del
miracolo sul Monte Gargano che darà origine al santuario pugliese di Monte
Sant’Angelo, alla diffusione del culto micaelico nel mondo e allo sviluppo dei
pellegrinaggi verso i tre santuari del Gargano, della Sacra di san Michele in
Val di Susa e del Mont-Saint-Michel in Francia.
L’arcangelo è anche
protagonista della grande rappresentazione del Giudizio universale visibile sulla controfacciata. La figura
centrale è quella del Cristo giudice. Quel che ne resta lo fa intuire vestito regalmente e seduto
su un trono all’interno della tradizionale mandorla ovale. La prima fascia
orizzontale in alto è dedicata ai cori angelici e agli intercessori. Al centro
dovrebbero essere i quattro arcangeli (Michele, Gabriele, Raffaele e Uriele),
di cui due ancora parzialmente visibili.
Sotto una decorazione a nastri e motivi floreali, troviamo
(frammiste a resti di affreschi di fine quattrocento che vi erano stati
sovrapposti) scene che sono rimaste a lungo prive di identificazione. Vi si
riconoscono l'episodio del pastore che dopo aver scagliato una freccia contro
un toro fuggito dal suo gregge viene colpito dalla stessa freccia che torna
misteriosamente indietro; l'episodio successivo, tratto dallo stesso libro,
mostra San Michele alla testa di un gruppo di Sipontini armati in guerra contro i Napoletani.
Visitatela e avvertirete il misterico messaggio che essa racchiude e
avvertirete l’energia lasciata dall’Arcangelo Michele che secondo
l’abate Giovanni Tritemio e l’antroposofo Rudolf Steiner, Michele è anche l’angelo che rappresenta lo spirito dei
nostri tempi, quello preposto a dirigere l’evoluzione dell’umanità.
Eliana de
Rienzo dei 7
Post dedicato a Renaldo De Maria e a madonna Barbara
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